Olio di Sansa di Oliva: Greggio e Raffinato
Un aspetto su cui spesso non si fa molta luce è rappresentato dal fatto che all'interno della famiglia dell'olio d'oliva si possono distinguere oli di categoria e qualità molto diverse. Infatti, se da una parte quasi tutti i consumatori sanno che l'olio di miglior qualità tra quelli in vendita è l'olio extravergine d'oliva, dall'altra sono pochi quelli che conoscono ad esempio l'olio di sansa di oliva. Con il termine sansa si suole indicare il residuo della macinatura delle olive dopo l'estrazione dell'olio. Poichè tale materiale contiene ancora una piccola percentuale di olio, è possibile sottoporlo ad un trattamento che dà origine a tre tipologie di olio. Si parla infatti di:
- Olio di sansa di oliva greggio;
- Olio di sansa di oliva raffinato;
- Olio di sansa di oliva.
Olio di sansa: cos'è e come si ottiene
Come dicevamo in precedenza, quando si macinano le olive ovviamente solo una piccola parte di esse si trasforma in olio e tutto ciò che rimane può essere ulteriormente sottoposto a trattamento in modo da ottenere altro olio. Se le olive sono state frante in modo tradizionale, la sansa può contenere fino al 6% di olio, mentre nel caso in cui si utilizzino metodi moderni la percentuale si assesta intorno al 3%. Per questo motivo, in appositi stabilimenti la sansa viene trattata con solventi di natura chimica e da essa si ottiene l'olio di sansa grezzo. Esso, in quanto tale, non è destinabile al consumo e necessita di ulteriori fasi di lavorazione.
In particolare, l'olio greggio viene prima sottoposto a raffinazione e poi viene miscelato con olio d'oliva vergine (da non confondere comunque con l'olio extravergine), e solo a questo punto diventa commestibile e può quindi essere destinato al commercio con il nome di olio di sansa di oliva. Il procedimento utilizzato per l'olio di sansa è identico a quello impiegato per la produzione degli oli di semi, ma consente all'olio di sansa di mantenere inalterato il contenuto di acidi grassi e la percentuale di grassi mono insaturi (compresa tra il 65% e l'80%) e ad alta digeribilità.
L'olio di sansa di oliva ha un'acidità non molto alta (il livello massimo consentito è dell'1%) ma non è comunque paragonabile all'olio extravergine d'oliva che normalmente ha livelli di acidità inferiori di almeno il 30%, fino ad arrivare a casi in cui tale percentuale è minore anche del 70-80% come nel caso dell'olio extravergine d'oliva della Sicilia in vendita sul nostro sito. Anche sul piano gustativo, olfattivo e nutrizionale l'olio extravergine di oliva siciliano rimane comunque di una categoria superiore rispetto all'olio di sansa che per tutti questi motivi tende ad avere un prezzo nettamente più basso.